MUDAL, Museo Don Angelo Lolli

Ci siamo occupati della progettazione concettuale, architettonica (insieme a MAAS Laboratorio di Architetture), della grafica e della produzione delle opere audiovisive interattive

Project Name
Mudal

Year
2022

IL CONCEPT

Per l’Opera Santa Teresa, fondata dal sacerdote ravennate nel 928, la nascita del MUDAL è un sogno che si  realizza. C’era l’urgenza non solo di celebrare una figura per loro importante, ma anche restituire alla città di Ravenna la storia di un sacerdote figlio del popolo, un “poca cherna” (poca carne: come venivano chiamati i poveri da queste parti), che ha scelto a inizio Novecento di stare sempre e solo dalla parte dei più deboli. Don Angelo, è stato il Buon Samaritano di Ravenna, non poteva essere dimenticato. Per raccontare don Angelo Lolli abbiamo scelto una metafora ardita: quella dell’aviatore. Non è stata una scelta casuale perchè c’è un filo rosso che lega il buon Samaritano del vangelo di Luca e l’aviatore: entrambi hanno il coraggio di fare ciò che nessuno fa, con un atteggiamento quasi temerario. Ed è lo stesso don Lolli a scriverlo nel 1928: “Donarsi a certe imprese assomiglia un po’ alla sorte dell’aviatore che, travolto vertiginosamente dal suo apparecchio, sospeso tra cielo e mare, fende l’aria e le nubi abbrancato al volante, con nervi di acciaio, occhi ed anima protesi in avanti, senza tremare, senza smarrirsi mai, dominato da una sola , decisa volontà di riuscire a qualunque costo, animato da un solo grido fremente, sulle labbra e nel cuore:“Avanti! Sempre avanti! Così noi”. Quattro sale, per ognuna un tema narrativo “Voglio volare” (la vocazione), “il decollo” (la scelta), “il volo” (le opere) e “l’atterraggio” (la prosecuzione dopo di lui). Più un percorso esterno, “Gli istruttori di volo”, i ritratti di coloro che hanno segnato la formazione di don Lolli, plasmandolo fino a farne un Buon Samaritano. All’interno del museo i suoi oggetti, un vasto repertorio fotografico, la ricostruzione della sua stanza all’interno dell’Opera, un accenno multimediale con la presenza di un touchscreen navigabile e all’interno del menù sei testimonianze (attori che hanno impersonato chi la madre, chi un amico, chi il rettore del seminario) che hanno offerto (basandosi su documenti reali) una ricostruzione del carattere, della quotidianità, della vera indole del sacerdote ravennate.

IL PROGETTO ARCHITETTONICO

L’idea progettuale sviluppata da MAAS Laboratorio di architetture é stata quella di creare una  nuova pelle all’edificio che accoglie il museo. Il nuovo involucro ha un doppio valore, quello di dare un senso di protezione alle opere esposte ma anche quello di creare un altro luogo espositivo oltre a quello interno.  Nasce infatti uno nuovo spazio sotto il portico che grazie alla lamiera stirata dell’involucro crea dei giochi di luci ed ombre sulle opere esposte dando una sensazione quasi mistica in certe ore della giornata. L’ambiente interno viene tenuto volutamente monocromatico sui toni dei grigi in modo che le luci possano porre l’attenzione sui pannelli e gli oggetti esposti senza altre distrazioni.